Fenomeno delle voci elettroniche

Pubblicato Sabato, 15 Ottobre 2016 08:24
Scritto da Marcello Lanziello
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Tale fenomeno risulta forse spiegabile come apofenia (dare un preciso significato a ciò che è di per sé oggettivamente insignificante) e/o pareidolia (interpretare dei suoni casuali come emessi da una voce che parla la propria lingua)

La tipologia più conosciuta di questo presunto fenomeno è rappresentata dalla registrazione anomala di voci (di solito poco chiare), attribuite a spiriti, su un nastro magnetico o supporti digitali, oppure la loro ricezione tramite una radio, un televisore o persino su un computer o un telefono.

Secondo i suoi sostenitori, tale fenomeno permetterebbe di entrare in contatto con i defunti e l'aldilà, o comunque con una dimensione diversa dal piano fisico, permettendo un contatto con entità intelligenti di origine ignota, che interagirebbero attivamente alle domande che vengono poste. Non vi è alcuna prova scientifica di ciò e la psicofonia non ha mai trovato alcun credito nell'ambito della comunità scientifica, ricadendo nell'ambito della pseudoscienza.

Storia

Già con la diffusione dello  spiritismo  si cercò di contattare i defunti. La scoperta della radio e il captare segnali distorti, che potevano assomigliare a voci, vennero quindi interpretate come voci  di defunti.

La posizione della Chiesa e le opinioni di alcuni ecclesiastici

Il presunto fenomeno delle voci elettroniche, al pari dellospiritismo e di altri fenomeni  medianici,  non è in alcun modo riconosciuto dalla Chiesa cattolica; tuttavia nel corso del tempo alcuni ecclesiastici hanno, esclusivamente a titolo personale, espresso un qualche interesse nei confronti di tale possibilità.

Secondo  lo  scrittoree religioso francese François Brune, autore di un libro sull'argomento nel  1952 furono testimoni di questo genere di fenomeni al Laboratorio di Fisica dell' Università Cattolica del Sacro Cuore  a Milano anche il rettoree fondatore della stessa padre Agostino Gemellie il suo amico e collaboratore padre  Pellegrino Ernetti  (il quale diventerà celebre per l'asserita e mai dimostrata invenzione del cosiddetto  cronovisore,  una  macchina del tempo  che avrebbe permesso i viaggi nel passato); Brune sostiene che costoro ne informarono immediatamente il Vaticano nella persona di papa Pio XII, il quale li avrebbe incoraggiati negli esperimenti.

Padre Pistone, Superiore della Società di San Paolo in Inghilterra, dopo i presunti colloqui con i defunti rilasciò la seguente dichiarazione: "Nelle Voci non vedo niente di contrario agli insegnamenti della Chiesa Cattolica; sono qualcosa di straordinario ma non c'è ragione di temerle, né vedo alcun pericolo"

Friedrich Jürgenson

Dal 12 giugno del  1959  si iniziarono ad organizzare in maniera metodica esperimenti e studi su questo nuovo campo di indagine. Il personaggio che aprì la vera e propria storia del fenomeno delle voci elettroniche fu infatti il  regista cinematografico  svedese Friedrich Jürgenson. Tutto iniziò casualmente proprio in quella data mentre era intento a cercare di registrare la voce di alcuni  uccelli sulla finestra della sua casa di campagna per mezzo di  un magnetofono. Nel riascoltare il nastro si accorse che si udivano voci lontane e mormorii, che lui stesso non aveva percepito direttamente.

Fece in seguito numerosissimi esperimenti, coinvolgendo un grande numero di persone e producendo migliaia di nastri, e ipotizzò che tali voci appartenessero a persone defunte.

Konstantin Raudive

Intanto, altri studiosi cominciarono a seguire e praticare questo tipo di ricerca   parapsicologica. Tra essi, merita sicuramente d'essere nominato il lettone   Konstantin Raudive, che a partire dal  1964 impresse su nastro 72.000 registrazioni in diverse lingue che ritenne provenienti da  un'altra  dimensione.

Il diodo rivelatore di Raudive

Sebbene il primato sia difficilmente accertabile con riscontri documentali, a Konstantin Raudive si attribuiscono i primi concreti esperimenti condotti con un particolare circuito elettronico. Lo studioso partì dal presupposto teorico che l'eventuale quid  sopravvivente dopo la morte fisica potesse essere evidenziato con l'utilizzo di quel circuito. Ovviamente Raudive non inventò il rivelatore ma solo questo particolare uso.

Il suo diodo rivelatore è definito dalla radiotecnica come  circuito  LC  risonante in parallelo.  Consta di una bobina di sottile filo di rame isolato (induttanza) avvolta su di un supporto isolante, di un condensatore (a pastiglia) e, appunto, di un diodo rivelatore (attualmente al silicio, ma ai tempi di Raudive al germanio) e di una cuffia ad elevata impedenza (nell'ordine di almeno 600 - 1000 ohm). Pur nella sua estrema semplicità, detto circuito sta alla base di tutta la radiotecnica. La più rimarchevole differenza del diodo di Raudive rispetto ai consueti circuiti, consisteva nell'avere adottato un condensatore fisso al posto di uno variabile. La differenza non è di poco conto dal momento che un variabile permette di selezionare meglio una determinata lunghezza d'onda, cioè come viene detto in gergo:la sua selettività ha fianchi più ripidi. Senza entrare nei dettagli si può affermare che il dispositivo di Raudive è un primordiale radio-ricevitore ad amplissima banda potendo spaziare dalle onde lunghe fino alle onde corte. Ne consegue che l'ascolto in cuffia (l'unico possibile essendo un ricevitore autoalimentato dalle onde hertziane) produrrà un caotico insieme di suoni, di rumori, di voci di ogni tipo. In genere si tratta di una moltitudine di emittenti commerciali nazionali e internazionali e anche di servizi di pubblica utilità, ma difficilmente discernibili e perciò identificabili. Questa particolare difficoltà nel discernere qualcosa di intelligibile comportò l'uso del dispositivo privo di una antenna allo scopo di togliere le indesiderate interferenze di natura radioelettrica.

Il registratore di Raudive

Qualunque genere di dispositivo di ricezione venga adottato per captare le voci il registratore è l'elemento comune e fondamentale di laboratorio in quanto permette di fissare nel tempo le esperienze. Per gran tempo la scelta obbligata fu il nastro magnetico nelle due presentazioni commerciali: in bobina o in cassetta. Raudive aveva un consulente tecnico ed anche collaboratore il quale ha lasciato progetti e descrizioni di vari dispositivi di captazione ed anche uno spettrografo per le analisi delle voci.  Si tratta dello svizzero Alex Schneider di St. Gallen (vedasi sezione Note). Questo studioso relaziona cheRaudive fa praticamente tutte le  registrazioni  con il Telefunken M. 85 (a valvole che non viene più fabbricato). La relazione dello Schneider, allegata al libro di Raudive, non è datata ma si presume possa essere stata stilata verso i primissimi anni settanta del Novecento. Le caratteristiche tecniche dell'apparecchio registratore erano le seguenti:

La parte della relazione tecnica dedicata alle caratteristiche tecniche del magnetofono valvolare si chiude con una osservazione, sempre dello stesso Schneider, qui riportata nella traduzione in italiano:Comunque, le voci  sono assolutamente indipendenti dal tipo di radio, di microfono o di registratore

Schemi di circuiti accordati

Cenni sulle apparecchiature riceventi[

Tre schemi usati originariamente da Konstantin Raudive

Diodo cosiddetto di Raudive

Campione audio datato 19 luglio 2014    Aiuto

Konstantin Raudive si avvalse della consulenza tecnica e della collaborazione del fisico svizzero Alex Schneider il quale, fra i vari contributi, progettò una serie di dispositivi elettronici che avrebbero avuto il compito di permettere la ricezione delle voci.  Sempre lo Schneider, circa 40 anni fa, relazionava che il fenomeno delle voci sotto l'aspetto essenzialmente fisico è ancora misterioso e che i tentativi di registrazione risultano condizionati dalle direttive delle voci captate, o sono affidati al caso concludendo che ogni sperimentatore elabora un proprio metodo. Raudive cercava sulla scala delle onde medie un punto dove è più facile trovare la fascia di rumore bianco mentre invece altri sperimentatori cercano espressamente il momento nel quale una stazione emittente prima dell'inizio dei programmi lascia per qualche minuto solo l'onda portante.

Schneider, parlando del manifestarsi delle voci,  evidenzia un processo di selezione sconosciuto ai fisici: Raudive eseguiva alcune sperimentazioni con un oscillatore modulato (vobbulatore) collegato direttamente alla presa d'antenna di una radio ricevente per evitare che eventuali variazioni del segnale (phading) o altri fattori di disturbo entrassero nell'onda portante. L'anomalia riscontrata dallo Schneider consisteva nel fatto che levoci, lo riscontrò e ne scrisse egli stesso, erano inspiegabilmente più comprensibili se esiste un omogeneo rumore di fondo, mentre ci si sarebbe dovuto aspettare il contrario. Pertanto il vobbulatore modulando l'onda portante con una nota di bassa frequenza a 1 kHz facilitava l'emergere dellevocidal rumore di fondo.

Carenza di uno standard strumentale fra gli sperimentatori

Ogni sperimentatore indirizzato nella ricerca e studio filologico delle voci ha il proprio sistema personale di ricezione: ciò nonostante ognuno di essi può essere inscritto in tre ben distinte categorie.

Descrizione dei circuiti

Come si è detto Konstantin Raudive, fin dal 1968, si avvalse dell'aiuto del fisico Alex Schneider che diventò suo consulente tecnico e collaboratore. La sua opera era finalizzata al progetto e costruzione di apparecchiature che facilitassero la ricezione dellevocie come tali andrebbero esaminate. Per esempio era un compito affidato allo stesso Schneider quello di predisporre circuiti che impedissero la ricezione delle stazioni radio.

Lo stesso Schneider ci relaziona che una parte dei suggerimenti per la costruzione ottimale delle apparecchiature proveniva dallevocie dall'altra dall'esperienza pratica di Raudive Dal punto di vista radiotecnico i tre circuiti in figura hanno in comune un circuito risonante in parallelo e schermato (rettangoli tratteggiati) da interferenze elettromagnetiche ma con diverse caratteristiche se si eccettua l'uscita che per il genere di circuiti prevedeva l'entrata ad alta impedenza di un registratore a nastro (o una corrispondente cuffia di tipo telefonico).

I diodi utilizzati sono tipici dell'epoca e attualmente superati.

Scienziati famosi e voci

Un certo numero di scienziati ha manifestato il proprio interesse verso la possibilità di comunicare con una ipotetica dimensione diversa dalla nostra per mezzo di radiazioni elettromagnetiche e nel caso specifico per mezzo dellevocielettroniche. Alcuni studiosi fra i quali Raudive, il fisico svizzero Alex Schneider, eSir Oliver Lodgemisero in evidenza che Guglielmo Marconi si avvicinasse a tale possibilità su basi diverse da quelle con le quali i cultori poco accorti e le organizzazioni di scettici sono soliti affrontare la questione, in quanto lo scienziato venne stimolato davocicaptate dalle apparecchiature radio che non trovavano una spiegazione razionale o comunque verosimile. In altri termini l'interesse di Marconi era impostato su di una base extrascientifica, come pura ipotesi di studio teorico.

Interessi e supposizioni teoriche avvinsero anche Edison il quale credeva di potere inventare un dispositivo simile ad grammofono per mezzo del quale captare levocidei defunti. Sir Oliver Lodge ebbe un atteggiamento simile a Marconi ma tuttavia a differenza di questo studioso, si conoscono e si conservano di lui vari scritti originali, vale a dire redatti in prima persona.

Studi recenti sul fenomeno

Il 5 dicembre 2004, a Grosseto, Marcello Bacci condusse degli esperimentisul fenomeno. Gli esperimenti furono condotti in presenza di 37 persone tra questi investigatori, tecnici e scienziati, italiani, inglesi e portoghesi dell'associazione di studi parapsicologici "Laboratorio Interdisciplinare di Ricerca Biopsicocibernetica" e alcune madri che avevano perso i loro bambini.

Il professore di fisica Mario Salvatore Festa dell'Università di Napoli e il radiotecnico Franco Santi rimossero tutte le valvole della radio, in assenza delle quali nessuna ricezione radio era fisicamente possibile, ma i fenomeni delle voci anomale continuarono ad essere prodotti dall'apparecchio del Bacci. Le apparecchiature sono state monitorate, smontate e scrupolosamente analizzate, prendendo tutte le precauzioni tecniche, senza trovarvi alcuna traccia di frode o inganno

Marcello Bacci ha rifiutato la partecipazione agli esperimenti di un rappresentante delCICAP, pur trattandosi di semplice osservazione senza alcuna verifica strumentale, adducendo come motivazione il fatto che a suo avviso il Cicap fosse prevenuto nei confronti dei fenomeni

Caratteristiche delle voci

In base a quanto viene testimoniato durante le sedute, le voci a volte risulterebberoafone, mentre in altri casi sarebbero più simili ad una normale voce umana. Avrebbero inoltre timbri vocali sia femminili che maschili.

Alcune sarebbero caratterizzate da un suono articolato in maniera molto rapida, appena percepibile, tanto che talvolta è necessario ricorrere ad un rallentamento della velocità di riascolto per capire il significato di quanto dicono. Alcune voci inoltre presenterebbero unacadenzacantilenante, altre anomalie nellafoneticae nella cadenza che risulta irregolare. A volte risulterebbero perfettamente udibili, mentre in altri casi sarebbero meno intelligibili e di difficile interpretazione. Un'altra caratteristica che avrebbero queste voci è ilpoliglottismo, ovvero la capacità di passare da una lingua ad un'altra nello stesso contesto, durante una stessa frase.

Talvolta quindi la riproduzione viene manipolata per rendere la comunicazione più intelligibile (ad esempio modificando la velocità o applicandofiltri acustici), oppure vengono estrapolate solo le parti della comunicazione ritenute più significative.

La spiegazione del fenomeno

Il fenomeno risulta spiegabile come sempliceapofenia(cioè significati in dati casuali o senza alcun senso) opareidolia(interpretare dei suoni casuali come emessi da una voce che parla la nostra lingua). Il fatto che qualcuno le possa interpretare come "voci" è solo frutto del desiderio e della fantasia di chi si mette in ascolto. Il riconoscimento di una voce poco intelligibile all'interno di un rumore è quindi un semplice artefatto della percezione umana, che tende a riconoscere elementi familiari anche in situazioni casuali (come nel fenomeno noto in psicologia comedéjà vu). In altri casi, specie quelli in cui la ricezione si avvale di una radio, si può ben supporre la ricezione di segnali di interferenza da comunicazioni umane (es. ripetitori radio, apparecchi telefonici). In un video diffuso anche sul web, il Cicap nota come in alcuni casi si tratti semplicemente di malafede da parte di chi pratica la psicofonia.

Tuttavia i credenti nel paranormale che attribuiscono a voci di defunti tali suoni tentano di dare spiegazioni in linea con le proprie credenze; i sostenitori dellospiritismo sostengono che si instaura un meccanismo di contatto tra due diversi stati dell'essere, ovvero tra duedimensioniseparate: l'entità vivente (uomo) da un lato e quella disincarnata (spirito) dall'altra. Queste entità si manifesterebbero direttamente incidendo la loro voce su un supporto magnetico o digitale usato per la registrazione, oppure attraverso l'ausilio di unaradiosintonizzata generalmente sulleonde corte. In caso di registrazione le voci sarebbero udibili solo durante la fase di riascolto, e mai al momento del loro intervento, mentre nel caso di manifestazione tramite radio verrebbero udite direttamente, come se si ascoltasse, appunto, una normalestazione radio.

I sostenitori della reale esistenza delle voci inoltre affermano che non possono trattarsi di interferenze, in quanto il fenomeno si verificherebbe, a detta loro, ugualmente anche se gli esperimenti vengono condotti dentro unagabbia di Faraday, la quale isola ogni interferenza e persino tramite registratori digitali, i quali per loro natura sono esenti da interferenze.

Marco Morocutti progettista elettronico ed esponente delCicap, autore tra l'altro di uno dei primi libri sui microprocessori editi in Italia, nota che si tratterebbe di trasmissioni ad onde corte che vengono ricevute in maniera inappropriata con strumenti non idonei allo scopo. Un esempio di queste trasmissioni sono le comunicazioni tra le navi in mare, trasmissioni meteo e comunicazioni di servizio, che se non ricevute adeguatamente risultano essere distorte e incomprensibili. Sulla registrazione magnetica invece porta come esempio le registrazioni effettuate con apparecchi difettosi, dove lo strisciamento del nastro è discontinuo e crea effetti audio simili alle voci registrate da chi pratica la psicofonia.

Altre spiegazioni sono date ad esempio dalla manipolazione autosuggestiva da parte dello sperimentatore della strumentazione di cui si avvale.

Spiegazioni nella tecnica audio

Un fenomeno molto noto si verifica quando su di un nastro magnetico di modesta qualità si ha una magnetizzazione impressa con una notevole differenza di dinamica, per esempio un brano recitato a bassissimo livello in entrata nel registratore seguito da un repentino innalzamento del volume del microfono. Dalla data di incisione a quella di riascolto del nastro potrebbero presentarsi dei fenomeni dimigrazione magneticafra spira e spira in modo da sciupare il documento audio. Prima dell'avvento di sistemi di registrazione digitali era infatti un inconveniente notissimo e molto temuto da chi gestiva le audioteche di notevole valore documentale (come per esempio l'Archivio storico della RAI - Radiotelevisione italiana). Il fenomeno comporta ovviamente un (apparente) sfasamento temporale di frasi, musiche prima e dopo il loro logico presentarsi. In alcuni casi si può esperire pure un effetto di eco a mano a mano che una bobina si svolge e l'altra si riavvolge.

Troviamo ampie tracce di questo sfasamento temporale nei resoconti di Raudive, Jürgenson e altri sperimentatori a proposito del contenuto dei messaggi dellevoci.

Nella radiotecnica e nelle telecomunicazioni

Da molti decennigli esperti radiotecnici, gli operatori professionisti degli impianti di telecomunicazione ed i radioamatori con predilezione per il radioascolto rilevano un fenomeno al quale è stato dato convenzionalmente il nome di "echi radio ritardati". Occorre puntualizzare che il termineritardatifa riferimento a uno sfasamento spaziale e temporale del contenuto della comunicazione che per la sua entità non trova tuttora spiegazione. Questi echi non vanno confusi con quelli che si verificano per percorsi multipli dell'ondajonosfericacome per esempio si potrebbe manifestare con facilità nelle più fredde giornate dell'anno durante i periodi di intensa attività solare e per stazioni poste a notevole distanza dal ricevitore. In tali frangenti si hanno in genere due percorsi: uno verso l'est e l'altro verso l'ovest i quali "battendo" generano una eco di frazioni di secondo.

I veriechi radio ritardatipotrebbero implicare dei ritardi che vanno da pochissimi secondi fino ad oltre 10 secondi. Il primo problema per i tecnici e gli scienziati è riassumibile con l'interrogativo:Dove si trovano durante tutto il periodo di ritardo le onde radio?. La domanda ha pieno senso perché mentre la velocità delle onde hertziane è di circa 300.000 km/s la circonferenza della Terra (approssimata ad una sfera) è di solo 40.000 km circa. Questi fenomeni sono per altro piuttosto rari da essere scoperti dal singolo operatore e dunque per il loro monitoraggio vengono impiegate delle apparecchiature che funzionano autonomamente dalla presenza dell'uomo. In genere si attua un network dove una stazione trasmette dei segnali con cadenze e ad orari prestabiliti su frequenze prefissate mentre contemporaneamente altre stazioni registrano il segnale ricevuto.

Alcune correlazioni intercorrenti fra gli echi radio ritardati e il fenomeno dellevocile si evidenziano proprio nello sfasamento temporale dei contenuti dei messaggi "paranormali". Per esempio lo Jurgenson in varie sue opereaffermava di avere registrato trasmissioni radiofoniche dopogiornidalla loro effettiva "messa in onda". Nel campo delle telecomunicazioni si hanno esperienze di enormi ed inspiegabili ritardi sui tempi di stimato percorso dell'onda, ma non di tale entità. L'accostamento fra i due distinti fenomeni è pertanto di tipo qualitativo, non quantitativo.

La transcomunicazione strumentale

Latranscomunicazione strumentaleè un termine che si riferisce all'insieme di presunte comunicazioni con l'aldilà e con presunti defunti attuata con mezzi non tradizionali, ovvero, senza il tramite dimediumumani o con lascrittura automatica, bensì con moderni strumenti tecnologici. Esso è un termine di significato più vasto che ingloba in sé altri fenomeni oltre a quelli relativi al fenomeno delle voci elettroniche, poiché oltre alla radio, al registratore, al telefono e altri strumenti in grado di fornire documenti esclusivamente audio, include anche la parte video video tipica del fax, della televisione e del computer.

Ovviamente questo genere di transcomunicazione ha meno storia, sperimentazione e studi di quella che l'ha preceduta, essendo questi strumenti relativamente più recenti; tuttavia aumentano via via sempre più i casi che documentano il fenomeno.
La storia di questo nuovo termine va fatta risalire al
1979quando al Congresso Internazionale di Parapsicologia tenutosi aFermo(Ascoli Piceno) il fisico tedescoErnst Senkowski (1922-) l'ha utilizzato per primo. Senkowski fondatore del periodico in lingua tedesca Transkommunikation, si era laureato in fisica all'Università diMagonzanel1958dopodiché aveva partecipato, fra l'altro, alla costruzione di un acceleratore di elettroni e soltanto dal1976aveva cominciato a interessarsi di questo settore del campo del paranormale.

Transcomunicazione strumentale video

Le prime presunte riprese video paranormali documentate furono di Schreiber. Presto seguirono altri pionieri in questo settore della fenomenologia paranormale tra cui gli Harsch-Fischbach.
Questi ultimi utilizzarono come impianto di base un televisore che era stato manomesso in modo che risultasse inutilizzabile per la ricezione dei normali programmi televisivi a cui aggiunsero un videoregistratore VHS di tipo standard e una telecamera.
In una prima sperimentazione con questo nuovo metodo affermarono di essere riusciti a captare il ritratto di un uomo di cui vennero a sapere, sempre tramite transcomunicazione, trattarsi di un certo Pierre K. Si rivolsero così ai familiari per un riconoscimento che ebbe esito positivo. Dopo aver effettuato altri tentativi di questo genere, molti con esito negativo, il 16-1-1987 riuscirono a captare alcune immagini di buona qualità di una giovane, deducendone che si trattava di una donna morta a 70 anni: essa fu identificata in Hanna Buschbeck, una nota ricercatrice tedesca sulle voci, morta nel 1984. Dopo aver confrontato con le fotografie di lei quando era giovane conclusero si trattasse proprio della stessa persona la cui immagine avevano captato con le loro strumentazioni.
Il 9 luglio 1988 e poi ancora il 23 settembre sempre del 1988 a due di questi esperimenti ritenuti riusciti era presente lo stesso Padre François Brune, noto studioso e ricercatore del campo della comunicazione con i defunti.

È storia recente la creazione di un'associazione internazionale per la transcomunicazione strumentale denominata INIT (International Network for Instrumental Transcommunication).