Ipnosi regressiva

Pubblicato Martedì, 24 Febbraio 2015 11:18
Scritto da Marcello Lanziello
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Secondo tale ipotesi il termine "regressiva" indicherebbe proprio l'intenzione di stimolare nel soggetto in trance la capacità di ricordare esperienze rimosse dal conscio facendo, per l'appunto, "regredire" lo stesso soggetto nello stato ipnotico capace di indurlo a recuperare suoi ricordi rimossi di eventi passati e, grazie a questo recupero, di eliminare i suoi problemi psicologici conseguentemente.

L'ipnosi regressiva è considerata dalla maggior parte dei medici e più in generale dalla comunità scientifica una procedura metodologica pseudoscientifica che crea dei falsi ricordi: la fonte dei ricordi, presentati come frutto di vite passate, è costituita da racconti creati dal subconscio sotto l'influenza delle informazioni e dei suggerimenti forniti dal terapeuta.

I ricordi creati sotto ipnosi non sarebbero inoltre distinguibili dai reali ricordi e potrebbero apparire più vivi di quelli reali.

La pratica

L'ipnosi regressiva è uno strumento della psicoterapia e come tale deve essere utilizzato. In primo luogo occorre depotenziare nel soggetto la relazione con l'ambiente esterno. Per far ciò, come afferma Milton Erickson, è necessario tramite una serie di suggestioni di stanchezza e di sopore portare il paziente ad una condizione di dormiveglia riposante. Successivamente si induce il fenomeno chiamato "regressione". Erickson intende con questo termine la capacità dei soggetti che abbiano ricevuto appropriate suggestioni e istruzioni di richiamare in vita ricordi, schemi comportamentali e abitudini di un periodo precedente che può giungere fino all'infanzia.

Esistono invece soggetti che ritengono l'ipnosi in grado di far retrocedere a tempi antecedenti la vita attuale. La liberazione (abreazione) e la rielaborazione dei contenuti emozionali favorirebbero il riequilibrio psicologico del soggetto

La questione della rievocazione di presunte vite precedenti

Durante la rievocazione intraipnotica il paziente può comunicare contenuti riferibili a presunte vite precedenti.

Secondo il parere prevalente della comunità scientifica, ciò è attribuibile a immaginazione, falsi ricordi, suggestione e condizionamento da parte del conduttore che favorirebbe l'emersione nel soggetto di criptomnesie e confabulazioni.

A sostenere il parere opposto sono invece pseudo-scienziati e praticanti della disciplina quali Raymond MoodyBrian WeissIan StevensonAngelo Bona che nella loro pratica clinica affermano di avere riscontrato, durante le regressioni ipnotiche, l'emersione di contenuti riferibili a presunte vite precedenti.

Le più antiche pratiche di regressione a vite precedenti compaiono nelle Upaniṣad, risalenti al 900 a.C. Patanjali, vissuto probabilmente tra il IX e il IV secolo a.C. e ritenuto il maggior esponente del RajaYoga, negli Yogasutra definisce la regressione pratiprasavah  (riassorbimento, nascita a ritroso). Secondo la scuola di pensiero a lui ispirata la regressione a vite precedenti sarebbe in grado di eliminare il karma accumulato nei samskara (impressioni coscienziali) durante esistenze precedenti.

Fonte: Wikipedia  Link